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Se i risultati di un intervento o di un trattamento estetico non rispecchiano le nostre aspettative, cosa succede se non si riesce ad accettare il proprio nuovo aspetto? L'impatto di risultati degli interventi estetici che non rispecchiano le aspettative, può essere elevato, non solo per il paziente, ma anche per tutti coloro che sono stati parte attiva, sia nella motivazione sia nell'esecuzione dell'intervento. Ciò accade quando non viene preparato adeguatamente all'intervento, non ne vengono analizzate e ridimensionate le aspettative.
Un paziente con aspettative troppo elevate, in genere, è una persona che è abituata ad attribuire al di "fuori di sé" la responsabilità degli avvenimenti che lo coinvolgono; così come sposta sul corpo i conflitti interiori e le cariche negative emozionali; allo stesso modo tenderà ad attribuire agli altri e agli avvenimenti avversi le proprie responsabilità e il proprio ruolo nello svolgimento di questi avvenimenti.
Contrariamente, anche un'eccessiva autocolpevolizzazione della sbagliata decisione e del fallimento del trattamento risulta nociva. In entrambi i casi il paziente si sentirà vittima di qualcuno, di sé stesso, delle circostanze, del trattamento e del medico estetico.
Alla luce del possibile instaurarsi di queste dannose dinamiche, diventa importantissimo un lavoro preliminare, sulle aspettative dell'intervento e sulle possibili ripercussioni sull'immagine che il paziente ha di sé. Il proprio viso, le proprie forme e qualsiasi altra parte del corpo fanno parte della propria identità, e un cambiamento in questo "sistema" influisce su tutti i livelli della socialità e dei rapporti interpersonali.
Le conseguenze psicologiche possono essere anche molto pesanti: stati di depressione o di ansia, paura a mostrarsi in pubblico, oppure situazioni in cui "non ci riconosce più" allo specchio. Questi disturbi psicologici trovano insorgenza quasi sempre in persone che, di base, hanno sofferenze o patologie, anche lievi, di tipo ansioso depressivo. Questi casi vanno comunque riconosciuti prima, e seguiti molto accuratamente, anche dopo l'intervento o il trattamento estetico.
Il paziente deve essere seguiro accuratamente e "preso in carico" da uno psicoterapeuta che possa collaborare con il medico o chirurgo estetico che si sta occupando al momento del paziente. Qui lo psicoterapeuta sarà di grande aiuto in quanto potrà guidare il soggetto ad un lavoro di "integrazione" della sua nuova immagine e porterà così ad un ridimensionamento dello stato psichico negativo.
Diventa quindi fondamentale che tutti quanti si trovino a ruotare attorno al paziente siano in grado di sostenerlo positivamente nel mantenere la motivazione a protrarre il percorso di psicoterapia fino al recupero di un buon equilibro emozionale attraverso l'accettazione e l'integrazione psichica della nuova immagine di sè.
A volte il disagio "del post operatorio" dipende da un errore tecnico o da una complicanza, chiaramente un secondo intervento di "ritocco" spesso potrà risolvere o smussare il problema.
Il medico dovrà essere sempre completamente trasparente in tutte le fasi del rapporto con il paziente e, in particolare, comprensibile e chiaro nell'esporre la valutazione del caso in oggetto fornendogli il suo competente parere in merito.
Cogliendo nel paziente dei segnali, più o meno chiari, che alludono a problematiche personali di forte insicurezza, disturbi nella comunicazione, disagi relazionali, traumi recenti, disistima ecc, è chiaro che la cosa migliore da fare è indirizzare il paziente allo specialista di competenza in modo che possa analizzare il soggetto giungendo a una diagnosi approfondita.
Il primo passo è quindi capire se l'intervento potrà servire o meno ad aiutare il paziente: ciò dipende sia dalla richiesta che ci viene posta ( è realistica? È realizzabile in quel determinato paziente?), ma dipende anche dal grado di "maturità" del paziente stesso. In parole povere bisogna capire quanto le insicurezze personali dipendano veramente dal difetto che ci viene chiesto di eliminare e quanto non abbiano invece radici ben più profonde e difficili da "estirpare" con la sola medicina estetica.
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